Queste ‘prove d’autore’ sono il risultato di elaborazioni grafiche/digitali avendo come basi dipinti su carta della serie “Cromatismi di Figure Amorfe” di Leonardo Basile.









MADE4ART è lieto di presentare presso la propria sede in Via Ciovasso 17 a Brera, il quartiere dell’arte nel centro di Milano, TRACCE, mostra personale dell’artista fotografo Giangiorgio Lombardo a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni. In esposizione una selezione di circa 20 opere in bianco e nero in formato quadrato, lavori inediti realizzati tra il 2021 e il 2023 che si riferiscono alla sua più recente produzione.
Nel corso degli ultimi anni, l’artista ha camminato a lungo su sentieri di campagna scoprendo case, casali, depositi e silos per la maggior parte abbandonati: luoghi silenziosi e in parte riconquistati dalla natura, che tuttavia racchiudono ancora qualcosa delle persone che li hanno costruiti e vissuti. L’obiettivo di Giangiorgio Lombardo li ritrae così come sono, privilegiando inquadrature frontali e rigorose, un approccio neutro, ma non indifferente, che permette di farli tornare per un momento protagonisti obbligandoci a fermare lo sguardo su di essi. Anche quando Lombardo indugia su un contesto tuttora abitato, non riusciamo a intravedere figure di uomini e donne, potendo tuttavia intuire la loro presenza da ciò che hanno temporaneamente lasciato.
La particolare sensazione di straniamento e sospensione che possiamo provare di fronte alle fotografie di Giangiorgio Lombardo è suscitata, oltre che dal soggetto, anche dal sapiente uso del bianco e nero nei suoi contrasti tra luci e ombre, sua forma espressiva privilegiata, riconoscendo all’assenza di colore un ruolo particolare come di porta d’ingresso da varcare per entrare pienamente nell’essenza dell’immagine. Scatti che trasmettono delle vere e proprie storie a chi li osserva, narrate attraverso il bianco e il nero, il racconto della vita scritto attraverso le tracce che essa ha impresso nei luoghi in cui è passata.
TRACCE sarà aperta al pubblico dal 29 marzo al 12 aprile 2023 con opening mercoledì 29 marzo dalle ore 18 alle 20; i giorni successivi il lunedì dalle ore 15 alle 19, dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 19, il sabato dalle ore 15 alle 18. Lo spazio resterà chiuso in occasione della Pasqua dal 7 al 10 aprile.
Giangiorgio Lombardo. TRACCE
a cura di Elena Amodeo, Vittorio Schieroni
29 marzo – 12 aprile 2023
Opening mercoledì 29 marzo ore 18 – 20
Orari di apertura dal 30 marzo:
lunedì ore 15 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 19, sabato ore 15 – 18
Lo spazio resterà chiuso dal 7 al 10 aprile
Ingresso gratuito su appuntamento
Si invita a verificare sempre sul sito Internet di MADE4ART eventuali aggiornamenti sugli orari e le modalità di accesso allo spazio
Catalogo della Collana MADE4ART
disponibile in sede e scaricabile nella versione digitale da http://www.made4art.it
MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura Via Ciovasso 17, Brera District, 20121 Milano, Italia Fermate metropolitana Lanza, Cairoli, Montenapoleone http://www.made4art.it, info@made4art.it, +39.02.23663618
Giovedì 9 marzo 2023 alle ore 18.00, la Fondazione Sabe per l’arte presenta la conferenza Una geometria inquieta. Il percorso artistico di Giuliana Balice del critico d’arte Italo Tomassoni, curatore della mostra personale dell’artista Equilibri instabili (presso gli spazi della Fondazione fino al 1 aprile) e autore della monografia Giuliana Balice. Una geometria inquieta (Skira, 2022).
In oltre cinquant’anni di attività artistica, Giuliana Balice si è confrontata con stili, forme e tecniche differenti, per approdare a una ricerca incentrata sulle valenze percettive delle forme geometriche nella loro articolazione spaziale. Una ricerca svolta con coerenza e continuità dalla metà degli anni Sessanta a oggi. Fattore determinante di questa ricerca, al contempo vicina e lontana dall’Arte cinetica e programmata o dal Minimalismo, è la tendenza allo sbilanciamento e alla dinamizzazione di linee e volumi. La praticabilità materiale dello spazio per forme pure è il progetto alla base del lavoro di Balice che mira a eludere il disordine percettivo proprio dell’esperienza ordinaria. A partire dalle riflessioni storico-critiche esposte nella monografia Una geometria inquieta, Italo Tomassoni ripercorrerà alcune tappe salienti del percorso di Giuliana Balice dagli esordi figurativi fino agli ultimi esiti plastici, soffermandosi sull’analisi di alcune opere nodali, alcune delle quali esposte presso gli spazi della Fondazione. Nell’occasione sarà presentato il catalogo della mostra Equilibri instabili edito da Danilo Montanari.
Italo Tomassoni (Ancona, 1938) è un critico d’arte e saggista italiano. Nel corso della sua lunga attività culturale si è confrontato con numerosi artisti di spicco nel panorama italiano e internazionale, da Joseph Beuys a Julian Schnabel, da Gino De Dominicis a Vettor Pisani. Ha collaborato con importanti riviste di settore e pubblicato importanti saggi su alcuni tra i più significativi fenomeni dell’arte contemporanea. Ha curato importanti mostre presso la Quadriennale di Roma, il Centro Pecci di Prato, la Biennale di Venezia e le Scuderie del Quirinale. Ha inoltre insegnato presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia e l’Università “La Sapienza” di Roma. Consigliere e membro del comitato scientifico della Fondazione Burri di Città di Castello, è attualmente direttore artistico del CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
L’evento sarà trasmesso anche in streaming tramite il sito e il canale YouTube della Fondazione.
La conferenza sarà l’occasione per visitare la personale Equilibri instabili di Giuliana Balice, che proseguirà fino al 1 aprile 2023. La mostra attraversa la ricerca artistica dell’artista con una selezione di sedici opere che vanno dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Dieci del Duemila.
Informazioni:
info@sabeperlarte.org | http://www.sabeperlarte.org
Giuliana Balice. Equilibri instabili
A cura di Italo Tomassoni
Sede Fondazione Sabe per l’arte | via Giovanni Pascoli 31, Ravenna
Periodo 14 gennaio – 1 aprile 2023
Inaugurazione sabato 14 gennaio 2022, ore 11
Orari giovedì, venerdì e sabato ore 16-19
Ingresso libero
Ufficio stampa
Irene Guzman | press@sabeperlarte.org | +39 349 1250956
Sabato 18 febbraio 2023 alle ore 18, la Fondazione Sabe per l’arte propone la conferenza Nicola Carrino. Scultura come trasformazione di Francesca Pola, dedicata all’attività artistica di un caso tra i più significativi della scultura costruttiva degli anni Sessanta. L’evento è stato ideato per comprendere il clima creativo nel quale ha preso avvio la ricerca plastica di Giuliana Balice, protagonista della mostra in corso presso gli spazi della fondazione.
Fin dagli anni Sessanta, Nicola Carrino (1932-2018), ha concepito una scultura che non fosse oggetto autoreferenziale ma dialogo tra luoghi. Il rapporto con l’architettura, intesa come spazio antropico, costruito e abitabile, non si è limitato a definire corrispondenze formali tra opera e ambiente, ma ha fornito lo spunto per riflettere sulla funzione fondante dell’architettura stessa quale ipotesi di spazio razionalizzato atto a favorire le relazioni umane. La scultura di Carrino può essere considerata come una sorta di urbanistica allargata attraverso il processo plastico, il progetto di un adeguamento continuo del rapporto tra individuo, collettività e spazio volto alla trasformazione delle situazioni. Proprio questa tensione costruttiva e umanistica costituisce il fondamento autentico del suo processo creativo.
Alla conferenza seguirà, per i presenti in sala, la proiezione dello storico documentario Gruppo Uno. Uncini Carrino Frascà con introduzione di Giulio Carlo Argan realizzato da Emilio Marsili nel 1965 (Roma, 11’).
Francesca Pola è professoressa associata di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove è vicedirettrice di ICONE – Centro Europeo di Ricerca di Storia e Teoria dell’Immagine e membro del direttivo di CRISI – Centro di Ricerca Interdisciplinare di Storia delle Idee. Insegna anche all’Università Cattolica del Sacro Cuore e ad IES Abroad di Milano. Fulbright Distinguished Lecturer Chair in Italian Studies 2016 alla Northwestern University di Evanston (Chicago), ha sempre privilegiato un approccio interculturale e interdisciplinare, affiancando la ricerca sull’arte italiana del XX secolo con l’attenzione al contesto internazionale e alle diversificate identità e forme dell’immagine.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
L’evento sarà trasmesso anche in streaming tramite il sito e il canale YouTube della Fondazione.
La conferenza sarà anche l’occasione per visitare la personale Equilibri instabili di Giuliana Balice, che proseguirà fino al 1 aprile 2023. La mostra attraversa la ricerca artistica dell’artista con una selezione di sedici opere che vanno dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Dieci del Duemila.
Informazioni:
info@sabeperlarte.org | http://www.sabeperlarte.org
Giuliana Balice. Equilibri instabili
A cura di Italo Tomassoni
Sede Fondazione Sabe per l’arte | via Giovanni Pascoli 31, Ravenna
Periodo 14 gennaio – 1 aprile 2023
Inaugurazione sabato 14 gennaio 2022, ore 11
Orari giovedì, venerdì e sabato ore 16-19
Ingresso libero
Ufficio stampa
Irene Guzman | press@sabeperlarte.org | +39 349 1250956
Da oggi, primo dicembre 2022 al 07 aprile 2023, presso la Galleria 70 (Via Pietro Calvi, 2, Milano) verrà ospitata la mostra personale di Cinzia Fiorese dal titolo ‘La luce‘ . L’esposizione, che è corredata da un testo critico di Chiara Gatti, presenta 25 tavole a velatura di tempera e foglia d’oro, in cui la forma geometrica provvede di anima e respiro lo spazio architettonico dipinto.
La Fiorese è artista antica a cominciare dalla tecnica, che riprende la trecentesca pittura con velature di tempera e foglia d’oro su tavola, e dai tempi di esecuzione, che al di fuori di qualunque osservanza delle regole di mercato arrivano a richiedere fino a quattro mesi per una singola opera. Ma anche l’ispirazione e il sentimento dell’artista veneta si riallacciano a un ambito lontano e mistico, che avendo provvisto di linfa secoli di trascorsa civiltà, può forse avere ancora oggi nella propria essenza qualcosa da dire, se vale da esempio e testimonianza il senso di sacro che emana dalle opere che qui presentiamo. I temi della Fiorese, del resto, sono appunto spesso sacri, non di rado annunciazioni ispirate agli omologhi di maestri prerinascimentali, come Gentile da Fabriano o Bicci di Lorenzo, dei quali pare che l’artista quasi aspiri a raccogliere il testimone. In luogo dei personaggi, a orientare la contemplazione sono qui forme astratte, colori di velatura, ritmi, trascrizioni di spazi indefinibili e, accanto a ciò, l’oro, sentito e interpretato nella qualità simbolica che rivestiva nei dipinti del medioevo, quale strumento di rappresentazione dell’incorporeo e di luce spirituale.
Cinzia Fiorese è nata a Bassano del Grappa nel 1974. Conseguito il diploma di stilista nel 1993, ottiene nel 1997 la borsa di studio Erasmus e va a frequentare la University of Fine Arts di Cardiff. Allieva di Riccardo Guarnieri ed Ennio Finzi, nel 2001 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e incomincia a perfezionarsi nell’arte dell’incisione. Dotata di personalissimo talento e sostenuta da una grande abilità tecnica, dopo la partecipazione a diverse rassegne collettive (Canali/Canales, Facultad de Bellas Artes, Madrid, 2001; Biennale dell’Incisione Contemporanea, Mirano, 2004; L’Arte e il Torchio, Cremona/Cracovia, 2005) nel 2006 espone in una prima personale con la mostra Variazioni per Archi alla Galleria 70, che la presenta ancora nel 2007, nel 2009 e nel 2013. Da segnalare, nel 2010, la personale al Museo di Bassano del Grappa,e le partecipazioni alle Biennali di incisione a Bassano del Grappa (2013) e Ravenna (2015). Vive e lavora a Rosà in provincia di Vicenza.
Cinzia Fiorese – La luce
Dal primo dicembre 2022 al 07 aprile 2023
GALLERIA 70
Milano, Via Pietro Calvi, 2
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13,.0 e 16-19
Vernissage
1 Dicembre 2022, 18.30, su invito
http://www.galleria70.eu
Una mostra tra non-luoghi, loghi commerciali, bar code Isbn, passando per gli omaggi a La Divina Commedia di Dante e al Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Sarà visitabile da domenica 20 novembre (inaugurazione ore 18) a giovedì 22 dicembre 2022, presso Spazio Veneziano (via Reno 18.a) a Roma, la nuova personale di Corrado Veneziano, “Epifanie“, a cura di Francesca Barbi Marinetti con la collaborazione di Alessia Rosati. Tra le opere esposte, anche l’anteprima assoluta della mostra di Veneziano più importante del 2023: un lavoro dedicato al più geniale storico dell’arte italiana, Giovanni Battista Cavalcaselle, focalizzato sul suo conflitto tra classicismo e sperimentazione. Epifanie è aperta al pubblico dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20. Per visite in altri orari, telefonare al 366-1344326. Ingresso libero.
Le epifanie sono apparizioni soprattutto divine: mitologiche, religiose, sovrannaturali. Corrado Veneziano riprende questo senso della sorpresa visiva e lo lega con la scoperta dell’inaspettato all’interno del quotidiano. Si tratta di epifanie squisitamente umane, ma non per questo meno suggestive e fascinose. Come hanno rimarcato i suoi precedenti critici e curatori, da Achille Bonito Oliva a Marc Augé, Veneziano sollecita un “esercizio dello sguardo”, proteso a cogliere, tra marciapiedi e binari, occasioni di piacere, ricerca interiore e poesia.
Epifanie in questa prospettiva sono anche le scritture, laddove allentino la loro centralità grammaticale per farsi forma pura. Ed epifanie letterarie sono anche i connessi bar code editoriali, i Morse code, i loghi e i marchi commerciali: tutti reinterpretati e liberati sulla tela. Con tali premesse, anche due recenti lavori di Corrado Veneziano – Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci e La Divina Commedia di Dante Alighieri – partecipano all’avventura di questi segni ordinari che si fanno arte. Si tratta di tele che riprendono gli schizzi di Leonardo dedicati a mai realizzati strumenti musicali e artigianali, e di alcune terzine di Dante, che Veneziano accosta al figurativo.
La personale espone infine alcune tele dedicate alle “investigazioni” di Giovanni Battista Cavalcaselle, forse l’epifania più autentica e profonda di Corrado Veneziano. “Si tratta di una parziale anticipazione e un primissimo confronto con il lavoro che Veneziano sta da tempo portando avanti – dichiara la curatrice Francesca Barbi Marinetti – una ricerca approfondita sullo studioso veneto e allo stesso tempo in rapporto con l’arte italiana, soprattutto rinascimentale. L’artista ridipinge i “taccuini da viaggio” di Cavalcaselle, reinterpretandone schizzi, frecce, didascalie. Recupera i dettagli più minuziosi e le scoperte del geniale storico. In tal modo, contribuisce a tracciare sorprendenti e rinnovate linee di storia dell’arte e di storia degli artisti italiani”.
Segnalato da:
Salvo Cagnazzo
Ufficio Stampa Uozzart
Mob: +39 392 1105394
Mail: stampa@uozzart.com – uozzart@gmail.com
Web: https://uozzart.com/
Sara Zanin è lieta di presentare, nello spazio z2o project di via Baccio Pontelli 16, una mostra personale di Giovanni Kronenberg (1974) in dialogo con opere dell’artista americano Richard Nonas (1936-2021).
La mostra è pensata come momento di dialogo tra le ricerche scultoree dei due artisti a distanza di 20 anni dall’occasione in cui si incontrarono, ovvero il Corso Superiore di Arte Visiva della Fondazione Ratti di Como del 2003, dove Richard Nonas era Visiting Professor e Giovanni Kronenberg uno degli artisti partecipanti.
La selezione delle opere in mostra stabilisce un’ideale conversazione tra i due artisti, all’interno di un dialogo in cui emergono, nelle rispettive pratiche, momenti in cui si possono ravvisare punti di contatto e di divergenza.
Entrambi gli artisti hanno sviluppato, in contesti differenti, una predilezione per oggetti e materiali inermi, muti e silenti, come il legno, le pietre, i metalli, i minerali e gli oggetti comuni: Nonas con un linguaggio post minimalista improntato alla serialità, Kronenberg, invece, con una ricerca orientata all’isolamento di oggetti colti nella loro intrinseca inusualità.
In entrambe le pratiche artistiche si può ravvisare una predilezione verso configurazioni formali frutto di spostamenti minimi, all’interno di modalità installative caratterizzate dall’economia dei mezzi e da scelte spaziali rigorose. Le opere di entrambi sono ispirate a una dimensione estatica e atemporale, in cui l’arte assume una valenza spirituale e meditativa in virtù di un’attitudine poetica che predilige l’essenzialità delle forme e di operazioni scultoree appena accennate, a volte quasi impercettibili.
La mostra è realizzata in collaborazione con P420, Bologna, che rappresenta Richard Nonas in Italia, ed è accompagnata da un testo dello storico dell’arte Riccardo Venturi.
Si ringraziano gli eredi dell’artista Richard Nonas per la gentile collaborazione.
Giovanni Kronenberg – Richard Nonas
z2o project – via Baccio Pontelli 16, Roma
in collaborazione con P420, Bologna
Dal 26 novembre 2022 all’ 11 gennaio 2023
Opening sabato 26 novembre 2022 | 26 novembre 2022 > 11 gennaio 2023
Orari apertura: solo su appuntamento
Per informazioni: T. +39 06 70452261 / info@z2ogalleria.it / http://www.z2ogalleria.it
Press office: Sara Zolla | press@sarazolla.com | T. + 39 346 8457982
MA-EC Gallery presenta dal 24 novembre al 14 gennaio 2023 la mostra “La rivoluzione gentile“, prima personale a Milano dell’artista Qiu Yi, curata da Elisabetta Roncati.
Il progetto espositivo propone al pubblico tre installazioni, di cui una inedita, realizzate dall’artista tra il 2019 ed il 2022 e caratterizzate da un’intensa concettualità ed astrazione, sintesi esemplare della sua poetica visiva.
Qiu Yi, scultore cinese classe 1982 di stanza a Firenze, mira a coniugare elementi apparentemente distanti tra loro come cultura orientale ed occidentale, passato e presente, tradizione e contemporaneità esprimendosi tramite opere che condensano il suo vissuto artistico multiculturale con l’espressività tipica di alcuni movimenti storici quali l’Informale, il Concettuale e l’Arte Povera.
Partendo dalle filosofie tradizionali cinesi come confucianesimo e taoismo, l’artista rielabora significati e significanti per costruire connessioni tra mondi solo in apparenza distanti. Le installazioni di Qiu Yi entrano in contatto con gli spazi della Galleria che le ospita senza stravolgerli, ma creando un rapporto armonico in cui il visitatore diviene l’elemento centrale per iniziare il racconto.
Ed ecco dunque, nella prima sala della storica sede della MA-EC Gallery, apparire “Mille Parole” (2021): un’opera destinata ad accrescersi nel tempo e che prende il titolo dallo scritto del VI sec. d.C. di Zhou Xingsi utilizzato per l’insegnamento della lingua cinese. Presentata per la prima volta nel 2021 a Firenze, l’installazione questa volta è solo su carta di riso e non su tela.
I segni in inchiostro nero perdono i loro connotati linguistico-referenziali per invitare i visitatori a considerarli come puro gesto pittorico, comunque intriso di profondi significati. Non è semplicemente scrittura, ma nemmeno pura azione estetica: anche qui è il delicato equilibrio tra i due atti a prevalere.
A seguire si incontra “Ao Tu” (2019): alcune vaschette di pietra antica, utilizzate in passato per sciogliere la china, sono state tradotte in numerosissimi calchi. L’allestimento completo ne prevederebbe ben 500. E così il pieno ed il vuoto si interfacciano, l’Yin e lo Yang, l’universo maschile ed il femminile: tutto diventa fluido ed interscambiabile. Ancora una volta Qiu Yi diventa l’artefice di un collegamento tra esperienze ed elementi differenti, piegando la spettacolarità dei suoi interventi al potere della riflessione.
Chiude il percorso espositivo “Profezia” (2022) ispirata dal Daodejing di Laozi, mentre per la forma dal Tondo Pitti e dallo Schiavo Morente di Michelangelo.
Come in molte altre sue opere il punto di partenza è la materia organica, l’elemento naturale che secondo Qiu Yi è imprescindibile per aspirare all’equilibrio di fattori a cui tanto anela. Un’ulteriore particolarità di “Profezia” è la sua serialità: la materia di cui è composta la raffigurazione tende man mano ad asciugarsi ed è necessario aggiungere dell’acqua, fattore essenziale di vita, per riportarla al suo stato iniziale.
Passato e presente artistico quindi si incontrano dimostrando come tutta la creatività serbi in nuce una matrice classica.
Movimenti lenti, serialità, mise-en-scène: le installazioni di Qiu Yi richiamano le tradizionali pièce teatrali cinesi strizzando però l’occhio all’utilizzo dell’arte fatto dai suoi compatrioti a partire dagli Anni Ottanta del Novecento. Eppure l’intento dell’artista non è di rottura o critica palese. All’azione dirompente lui oppone un metodo differente: agire sulla strada della riconciliazione, usare la riflessione per indurre ad un cambiamento di prospettive che giunga, infine, ad una pacificazione. È quasi sempre necessaria una rivoluzione per apportare una ventata di cambiamento: quella di Qiu Yi è una “rivoluzione gentile” nei modi e nei toni, ma non per questo meno efficace od intrisa di profondi significati.
La rivoluzione gentile. Mostra personale di Qiu Yi
a cura di Elisabetta Roncati
MA-EC Gallery via Santa Maria Valle 2, 20123, Milano
Opening: 24 novembre ore 18-21
dal 24 novembre 2022 al 14 gennaio 2023
martedì – venerdì 10.00-13-00 / 15.00-19.00; sabato 15.00-19.00
Da sabato 1 a domenica 16 ottobre presso lo spazio espositivo del Circolo degli Artisti, in Pozzo Garitta, 32 ad Albissola Marina (SV) si terrà la mostra personale di Ennio Godani DAL SACRO AL PROFANO. L’inaugurazione è prevista a partire dalle ore 17 del Primo Ottobre, pv.
Nato nel 1950, ENNIO GODANI effettua gli studi al Liceo Artistico di Savona. Si diploma nel 1968 e dal 1972 è prima Assistente e poi Docente nella cattedra di Discipline pittoriche nello stesso Liceo.
L’interesse per il teatro lo porta a seguire il Corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano. Nel 1973 firma scene e costumi per “Aulularia” di Plauto, messa in scena al Teatro “Milanollo” di Savigliano. Conosciuto inizialmente per le “Uova” e i “Menhir” posti su lastricati e paesaggi sconvolgenti, passa poi ad una pittura astratta dove lìnee, punti e colori si inseguono sulla tela.
Partecipa a collettive e personali alla Galleria “La Fontana” di Savona. Nel 1976 è presente alla collettiva “II 30×30” allo Studio Rotelli di Finalborgo. Successivamente si accosta alla decorazione su ceramica e crea manufatti e piatti (suoi quelli in majolica delle “Serate gastronomiche Fornacine”). Nel 1977 decora numerosi piatti con Eliseo Salino per la Festa provinciale de l’Avanti di Savona.
Nell’estate del 1978 e 1979, sotto il Patrocinio dell’Associazione Culturale A.I.C.S, propone le sue ceramiche nello spazio espositivo “Il Piatto” a Noli. Ritorna all’antico amore per il teatro e nel 1980 crea con altri artisti, i bozzetti per le maschere de “Le Streghe” portate in scena nel Piazzale del Priamàr di Savona con scenografie di Eliseo Salino e regia di Renzo Aiolfi.
Si dedica anche alla grafica pubblicitaria per marchi e manifesti. Dal 2009 al 2015 è Art Director della Rivista Enogastronomica “Forchettiamo”.
Dal 2014 è Docente di Disegno, pittura e decorazione su ceramica all’Unitre di Borgio e di Pietra Ligure. Nel 2017 dona all’ambulatorio oncologico dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure alcune sue opere.
Nel 2019 inventa “Padelle d’Arte da Rubare” depositandone il marchio. La manifestazione riscontra molto successo e attenzione da parte del pubblico e della critica locale; l’evento viene ripreso e mandato in onda su Rai3 Liguria.
Nel Luglio 2019 espone le sue tele e alcune ceramiche nello Spazio Arte DOC per la Mostra “En plein Air”dove presenta al pubblico le “Diablesse” e gli “Ex Voto”. Sempre nel 2019 scrive la sceneggiatura della “pièce” comica “La Doppia Verità” e ne cura anche il progetto scenografico.
Durante la sua attività di Docente di scenografia, pittura e decoro all’Unitre, reinterpreta nel suo studio ” I Tarocchi” e icone dipinte su tela e tavola. Una sua “Virgo Carbutae” è posta sulla strada provinciale 43 di Calice ligure, in frazione Carbuta, (visibile su Google maps).
Nel luglio del 2021 crea una “Padella d’Arte” per Anna Mazzamauro, consegnatale durante la rassegna teatrale di Borgio Verezzi. Il 5 agosto 2021 viene proiettata sulla facciata della Chiesa Parrocchiale delle Fornaci di Savona la “Madonna della Neve”, patrona del borgo marinaro.
Dal dicembre 2021 la sua “Notre Dame de la chance” viene posta su tavola e illuminata nottempo, sulla provinciale 46 di Calice Ligure in località Eze.dove l’artista risiede (v.Google maps). Il maestro Godani partecipa alla rassegna “Rigorosamente 20×20” a Pozzo Garitta di Albissola Mare.
Durante l’anno scolastico 2021-2022 stringe una collaborazione con una docente di sostegno dell’Istituto Comprensivo C. Colombo di Savona con i bambini della primaria e cura la parte artistica e tecnica del Progetto “Van Gogh visto dai bambini”. A aprile 2022 le opere dei mini artisti vengono esposte all’interno della Faggeta della Barbottina in occasione della Giornata ecologica sulle foreste e a Giugno 2022 affisse all’interno dei resti antichi della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in occasione della manifestazione sulla Pace “fiori e spighe di grano”, con grande successo e stupore da parte delle maestre e delle famiglie dei piccoli allievi.
A maggio 2022 le sue “Padelle” sono esposte nella rassegna “Verezzi in fiore” e nel giugno è presente alla seconda edizione di “Padelle d’Arte da Rubare” da lui ideata. Nel luglio 2022 crea una Padella per Katia Ricciarelli in occasione del Festival teatrale di Borgio Verezzi. Nell’agosto 2022 espone alcune sue “Madonne” provocatorie nel “Gazebo della Madonna” a Savona in località Fornaci .Interessanti anche i dipinti erotici del “Cabinet Secret” che ogni artista del tempo passato ha nel suo portfolio.
Il maestro continua a vivere e creare opere a Eze nel Comune di Calice Ligure, ove è possibile visionare la sua produzione.
Ennio Godani – DAL SACRO AL PROFANO
Dall’1 al 16 ottobre 2022
Circolo degli Artisti
Pozzo Garitta, 32
17012 Albissola Marina (SV)
circ.artistialbisola@libero.it
L’esposizione LE COSE CHE ACCADONO presenta le opere esito della Residenza Lido La Fortuna a cura di Caterina Angelucci e Luca Zuccala, promossa dall’Associazione Culturale Lido Contemporaneo in collaborazione con il Comune di Fano – Assessorato alla Cultura e Beni Culturali e Fabbrica Urbana, svoltasi nel mese di maggio. Il progetto mira a promuovere e sostenere il lavoro di artisti under 35 invitati a confrontarsi con le peculiarità artistiche, culturali e paesaggistiche del territorio marchigiano. Gli artisti in mostra sono Nicolò Cecchella, Andrea Martinucci, Davide Serpetti e Caterina Erica Shanta. Accompagneranno questo poker di artisti le opere di Danny Avidan, Jingge Dong e Oscar Contreras Rojas, tre pittori internazionali che hanno fatto della città di Fano luogo di elezione e ispirazione. Dall’11 al 30 settembre 2022, Giovanni Gaggia, artista e fondatore di Casa Sponge, ospita Le cose che accadono, a cura di Caterina Angelucci, Andrea Tinterri e Luca Zuccala.La mostra itinerante ha fatto tappa a Fano presso Fabbrica Urbana nella sede di Palazzo Montevecchio a Fano e si muoverà, infine, a Milano dal 6 al 18 ottobre 2022, nella sede della casa d’aste Artcurial. Le cose che accadono sono una rivelazione, una miscela di assonanze e corrispondenze scaturite durante le settimane di ricerca sul territorio di Fano. Lampi di ricordi, reminiscenze, coincidenze accesi nell’intenso dialogo osmotico con la città, che si riverberano nel lavoro di ogni artista e nel percorso espositivo. Una lettura inedita di un territorio prezioso, saturo di storia e storie che l’artista rilegge e reinterpreta attraverso la propria sensibilità, i propri occhi. Uno sguardo colto e “straniero” che accoglie e fa proprie le peculiarità della terra, della comunità e del territorio, fondendosi e confondendosi con essi, fino ad arrivare a qualcosa che non si stava cercando ma che, improvvisamente e inspiegabilmente, si manifesta quale tassello prezioso per la propria ricerca. Per Andrea Martinucci Le cose che accadono sono tele di diverse dimensioni che inaugurano la serie Le Suites, stanze profonde, vissute da desideri, emozioni e paure che chiedono di essere abitate con un’esperienza diversa. Attraverso stratificazioni, strappi, composizioni caotiche e gesti reali – come trasportare le tele all’interno di una valigia che Martinucci porta con sé, immergere le stesse nell’acqua del mare e infine calpestarle come in una danza rituale-, i lavori intendono distruggere la distanza oculare con la superficie pittorica, mettendo in discussione il valore della figura. Caterina Erica Shanta presenta, attraverso un’installazione composta da una proiezione video, una traccia audio e un disegno a grafite su cartoncino nero, Calante: una tensione alla caduta, una perdita di equilibrio in cui la terra sprofonda nel mare Adriatico. Indagando il fenomeno dell’erosione costiera, Shanta omaggia la porta d’acqua, imprevedibile e sovversiva, che aggira l’azione umana e la inghiottisce. Si interroga sul concetto di natura umana, invece, Davide Serpetti indagando il rapporto tra icone e potere. Come spiega l’artista: “La mia opera indaga il rapporto tra questi due poli, attraverso l’utilizzo di tre elementi: l’eroe, la scultura e gli animali. Nel mio lavoro, ciascuno di questi elementi funziona come forma iconografica – rappresentante uno scopo, un ideale, un’emozione – che mi permette di interrogare il concetto di natura umana nella sua interezza. Negli ultimi anni, i miei soggetti hanno iniziato a indagare l’identità in modo non binario, perseguendo un modello di rappresentazione androgina.” Esseri dall’identità indefinita, spesso assimilabili ad animali, come quelli raffigurati nelle pagine della Monstrorum historia di Ulisse Aldrovandi, bestiario seicentesco di animali fantastici, conservato nella Biblioteca Federiciana di Fano. Nicolò Cecchella, presenta un’installazione composta da una fusione in ottone raffigurante gli occhi dell’artista e da un calco del suo corpo in alluminio: un’impronta contenente acqua marina che, come una lente naturale, ingloba luce e allo stesso tempo riflette l’esterno, delineando la figura di quello che potremmo definire un Narciso Inverso. Infine, l’opera Diaframma, composta da una pellicola di gomma lattice ambrata, posta all’interno di un telaio metallico che, esposta alla luce naturale, rivela frammenti di materialità profonde: la terra proveniente da uno scavo archeologico e la polvere calcarea di conchiglie frantumate. Due temporalità che si ricongiungono in una sorta di finestra temporale, in una membrana carsica o una diapositiva geologica. Il progetto di residenza ha visto il coinvolgimento di personalità che appartengono a importanti realtà culturali e sociali di Fano e della sua provincia, che nel corso della permanenza hanno contribuito a fornire gli strumenti di indagine agli artisti per una vasta e approfondita conoscenza del territorio. ![]() |
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“La Pittura dell’Immaginifico” degli artisti toscani Claudio Cargiolli, Marco Manzella e Alessandro Tofanelli in mostra, dal 4 al 31 agosto 2022, presso il Museo Le Stanze della Memoria di Barga (LU).
Presentata da Giovanni Faccenda, l’esposizione è organizzata da Bernabò Home Gallery con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Consiglio regionale della Toscana, della Provincia di Lucca e del Comune di Barga, grazie al contributo di Idrotherm 2000 S.p.a.
L’inaugurazione si terrà giovedì 4 agosto alle ore 18.00, alla presenza di Caterina Campani, sindaco del Comune di Barga, di Laura Piangerelli di Bernabò Home Gallery, degli artisti e della curatrice Lucia Morelli.
Il titolo della mostra – “La Pittura dell’Immaginifico” – fa riferimento alla preponderante assenza di tempo che caratterizza le opere esposte, fatte di materia concreta e di luce labile, di piccoli dettagli che celano un mondo. Luoghi astratti, luoghi onirici, luoghi effimeri, che risuonano tra le pietre di Barga, il borgo dell’arte, amato e apprezzato da artisti e poeti.
«Barga – spiega Caterina Campani – ha una vocazione di città aperta all’arte. Barga è un luogo di fascino e tradizione dove troviamo case di pittori che ne hanno scritto la storia; artisti che hanno scelto la cittadina come musa ispiratrice. Borgo d’arte di influenza fiorentina e ricco di gallerie, mostre ed eventi a carattere nazionale ed internazionale, capace di attrarre turismo d’eccellenza da tutte le parti del mondo».
Il percorso espositivo, allestito all’interno del Museo Le Stanze della Memoria, comprende oltre trenta dipinti, molti dei quali inediti, realizzati da Claudio Cargiolli (Ponzanello,1952), Marco Manzella (Livorno, 1962) e Alessandro Tofanelli (Viareggio, 1959).
«In un ordine esclusivamente alfabetico – scrive Giovanni Faccenda – conosciamo Claudio Cargiolli quale virtuoso interprete di un surrealismo colto, nobilitato da endogene influenze che rimandano agli aristocratici antichi: dai Maestri primitivi a quelli del Rinascimento italiano. Marco Manzella, diversamente, appare piuttosto cantore ispirato di un realismo diresti talora nostalgico, continuamente impreziosito da riflessi memoriali, abbandoni che indovini personali, sia quando essi appartengono alla sfera delle illusioni o a quella, più amara, dei disincanti. Di Alessandro Tofanelli potremmo invece sottolineare come siano, invero, tutti autoritratti sentimentali i soggetti dei suoi dipinti: luoghi, scorci, vedute e visioni che appartengono alla sua vita di uomo e di artista quali appigli o – per meglio dire – riferimenti essenziali, cardini imprescindibili quando i dubbi si addensano nella mente senza il conforto di alcuna, remota, fuggevole certezza. Ecco, allora, la pittura intervenire salvifica, mostrando ai più sensibili orizzonti della mente dove ancora sia dato di incontrare qualche riverbero evanescente di utopie mai tramontate, gli ultimi bagliori di sogni ad occhi aperti, la scia luminosa di una ormai sperduta stella polare».
“La Pittura dell’Immaginifico” è la prima mostra pubblica promossa da Bernabò Home Gallery a Barga, luogo scelto da Laura Piangerelli per l’apertura di un nuovo spazio espositivo in aggiunta alla sede storica di Trezzo sull’Adda (MI). «Barga città onirica, al di là dall’apparire fenomenico – annota la gallerista. Barga città di pietra, sospesa su una nuvola».
L’esposizione è visitabile tutti i giorni con orario 10.30-12.30 e 17.30-22.30. Ingresso libero. Catalogo edito dalla Regione Toscana disponibile in mostra con i testi istituzionali di Caterina Campani, sindaco del Comune di Barga, e di Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, la prefazione di Giovanni Faccenda, un testo storico di Lucia Morelli, una riflessione della gallerista Laura Piangerelli e un ricco apparato iconografico. Per informazioni e approfondimenti: http://www.bernabohomegallery.it, http://www.comune.barga.lu.it.
Claudio Cargiolli nasce a Ponzanello nel 1952, piccolo borgo nei pressi di Fosdinovo (Massa Carrara). Ha frequentato il Liceo Artistico e poi in seguito l’Accademia di Belle Arti di Carrara, città dove vive e lavora. Fin dall’inizio, curioso, libero, privilegia l’immaginazione e la fantasia, lontano da ogni concessione alle mode, ma sempre attento e rigoroso nel ricercare la buona pittura e nello sperimentare le antiche tecniche e gli artifici pittorici a lui più congeniali. Giovanissimo partecipa, dal 1968 in poi, a numerose rassegne di pittura. La sua prima mostra personale si colloca nel 1971, presso la galleria “Fillungo” di Lucca, curata dal critico e grande storico dell’arte Pier Carlo Santini, che lo seguirà per molti anni nella sua ricerca artistica. Con queste precoci esperienze, continua il suo percorso fino a diplomarsi all’Accademia nel 1974. La pittura di quegli anni, di formazione, di ricerca, di sperimentazione, si caratterizza con una produzione dominata da soggetti enigmatici, figure dai volti cancellati e composte per frammenti. Dal 1983 e negli anni a seguire, Cargiolli riesce ad assegnare ordine alle sue visioni e forma ai suoi sogni, la pittura prende a consolidarsi proprio nella misura in cui i volumi, le forme e gli oggetti, si collocano sulla tela in un racconto fantastico. Gli accostamenti al limite dell’incongruenza fra scene, visioni e descrizioni diverse, concorrono alla costruzione di una realtà metafisica, soffusa di poesia, irreale e tuttavia rasserenante, pur nella sua impossibilità. Tale processo di ricerca e lavoro si incrementa e si concretizza dalla seconda metà degli anni ‘80; da quel periodo inizia, infatti la collaborazione con la galleria Forni di Bologna e il ciclo di esposizione di alto prestigio in Italia ed all’Estero. Da segnalare fra le numerose mostre personali e partecipazioni collettive, le antologiche svoltesi a Palazzo Ducale di Massa e Palazzo Ducale di Urbino. Oggi Cargiolli, nel suo incessante perfezionarsi, compone immagini sempre meno affollate, immagini ad alta definizione, trasognate, pure, atemporali, destinate ad un colloquio privato, fino a condensarsi in una tenerezza di affetti che sono degli autentici atti d’amore.
Marco Manzella, nato a Livorno nel 1962, dopo il Liceo Artistico si è diplomato in restauro, occupandosi per diverso tempo di dipinti murali e tecniche artistiche antiche, per poi dedicarsi definitivamente alla sola pittura. Ha iniziato l’attività espositiva nel 1985 sviluppando il suo interesse per alcuni episodi della pittura toscana quattrocentesca e per l’arte figurativa della prima metà del ‘900. Alla fine degli anni ‘90 inizia un avvicinamento alla pittura figurativa dell’area anglosassone, soggiornando a lungo negli Stati Uniti. A partire da questo periodo gli interni dei primi anni si aprono verso visioni ricche di colori caldi dove l’elemento acqua prende sempre una maggiore importanza. Nel 1998 partecipa al Plein-air Internazionale di Mirabel, organizzato dalla città di Darmstadt (D) iniziando un fruttuoso rapporto con alcune gallerie tedesche. Inoltre, da sempre attratto dalla cultura iberica, dal 2001 il suo lavoro viene riconosciuto anche in Spagna con una serie di mostre in spazi istituzionali. Nel 2004 i Laboratoires Boiron di Lione hanno scelto un suo dipinto per una loro campagna pubblicitaria in Francia. Nei lavori degli ultimi anni si conferma la vocazione per una pittura di forte valore narrativo. Alcune composizioni recuperano il tema del paesaggio, immaginato però come costruzione artificiosa staccata da qualsiasi riferimento ad un luogo reale. Parte della sua produzione è dedicata alla grafica, che comprende disegni ed acqueforti. Ha collaborato nel corso degli anni con numerose gallerie italiane (tra queste Stefano Forni, Bologna; Poggiali e Forconi, Firenze; Entroterra, Milano) e straniere (Galerie Artis, Darmstadt; Jorge Alcolea, Madrid e Barcellona). Vive e lavora a Viareggio e Brescia.
Alessandro Tofanelli è nato a Viareggio nel 1959. Si è diplomato all’Istituto d’arte di Lucca e ha frequentato l’accademia di Brera a Milano. Durante la sua permanenza a Milano Tofanelli ha collaborato come illustratore per importanti riviste pubblicate da Rizzoli e Mondadori. Nel 1973 ha vinto due borse di studio offerte dalla Banca Mercantile per l’Università Internazionale dell’Arte e nel 1975 il premio “La Resistenza” e il primo premio al concorso internazionale “INA-Touring” a Palazzo Strozzi di Firenze. Nel 1984 ha vinto il premio “Giotto d’Oro” e nel 1987 il premio “Under 35” a Bologna, il premio “Onda Verde” a Firenze e il premio internazionale “Ibla Mediterraneo”. Nel 2011 è stato pubblicato un racconto di Antonio Tabucchi ispirato ad un suo dipinto (A. Tabucchi, “Racconti con figure”, Palermo, Sellerio, 2011). Diverse case d’asta internazionali trattano i suoi dipinti, tra queste Christie’s di Londra. Le sue opere pittoriche fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, nazionali e internazionali. Alessandro Tofanelli ha sempre unito la sua pittura al suo lavoro di fotografo professionista, video-documentarista e regista. Nel 2005 è uscito il suo primo lungometraggio come sceneggiatore e regista, “Contronatura”, che ha vinto il Premio speciale della giuria al Festival di Viareggio Europacinema e il Festival Nice di New York e San Francisco del 2005-2006. Nel 2012 ha completato il secondo lungometraggio, “Il segreto degli alberi”, e ha vinto il Premio Monicelli al Festival di Viareggio Europacinema.
Bernabò Home Gallery è una galleria specializzata in arte moderna e contemporanea. Lo spazio nasce da un’esperienza professionale pluridecennale e ospita le importanti personali di alcuni dei più grandi nomi del panorama artistico del ‘900 e contemporaneo. Bernabò Home Gallery propone nei propri spazi, dipinti e sculture con un focus particolare rivolto verso opere grafiche dei grandi maestri nazionali e internazionali. La mission della Home è di proporre a visitatori e collezionisti, mediante le opere proposte, un percorso culturale attraverso i maggiori movimenti artistici del secolo scorso, che prosegue con i linguaggi contemporanei degli artisti rappresentati. Un’attenzione particolare e scrupolosa viene riservata al livello esecutivo delle opere proposte; considerando sia il livello tecnico del manufatto, che l’originalità del linguaggio. L’attenzione e la cura dei particolari fanno della galleria un luogo dove una passione personale, negli anni, si è evoluta e trasformata in autentica professionalità.
Il Museo Le Stanze della Memoria è ubicato in un palazzo del centro storico di Barga realizzato attorno al 1500; per generazioni qui vi abitarono le famiglie Colognori, che si distinsero per le loro notevoli qualità di ebanisti e mobilieri apprezzati anche oltre il territorio di riferimento. L’edificio fu poi distrutto dai bombardamenti dopo lo sfondamento del fronte il 26 dicembre del 1944. Per anni ridotto a un cumulo di macerie, è stato poi recuperato dall’Amministrazione comunale per destinare lo spazio a luogo della memoria così come testimoniano anche le diverse targhe in pietra apposte sui muri esterni dell’edificio in ricordo di eventi importanti per la cittadina e di personalità care alla comunità di Barga. Il Museo è stato inaugurato il 31 marzo del 2007 in occasione del bicentenario Garibaldino con una mostra di documenti e cimeli dedicata a Garibaldi.
Da allora il Museo ha ospitato importanti mostre d’arte, diventando uno dei luoghi della cultura di Barga.
Segnalato da : CSArt di Chiara Serri, Via Emilia Santo Stefano, 54, 42121 Reggio Emilia
Dal 7 luglio al 18 settembre 2022, si svolgerà Art Stays, Festival internazionale di Arti contemporanee di Ptuj che quest’anno celebra il suo primo ventennio. Tra i più importanti festival di arti visive in Slovenia e in Europa, grazie a Jernej Forbici e a Marika Vicari, Art Staysè un evento di riferimento per artisti, gallerie internazionali, musei e fondazioni.
Postproduction, Festival Art Stays 2022 e’ un viaggio che ha, in ogni singola opera ed artista scelto, inizio in una delle passate edizioni ma che nel rinnovarsi e riproporsi nel presente, accetta la sfida importante di proiettarsi verso il futuro. Tra gli appuntamenti che renderanno unico: le mostre, cuore pulsante del progetto, la performance: Post-Opera di Lynn Book, Sara Korošec – Muzikačaka , Erika Vicari –Transversal Project con video di Beti Bricelj, l”installazione Free All di Costantino Ciervo, il Video Mapping live set di Movimento Creative Label, la presentazione del film The Mill & The Cross di Lech Majewski; l’inedito AV Live set di Marko Batista, Vitreous Sky – Flight of the Last Bird.
Il programma riflette sulla possibilità e responsabilità di analizzare ART STAYS e sull’opportunità di presentare nuove direzioni e lo sviluppo del festival. La scelta, basata sul carattere multidisciplinare e le opere più iconiche, vede la partecipazione di Regina José Galindo, Santiago Sierra, Yoko Ono, Ferdinando Prats, Zul Mahmod, Robin Meier, artisti hanno segnato la storia Noriko Obara, Laszlo Laszlo Revesz, Perino&Vele, Michelangelo Galliani, Lech Majewski, Dušan Fišer, Alex Pinna, Tobia Ravà, Resi Girardello, Leo F. Demetz, Stojan Kerbler o artisti in residenza, che hanno creato nuovi processi sociali e comunicativi tra cui Matthias Langen, Felipe Aguila, Jaša, Marek Schovanek, BridA, Nemanja Cvijanović, Interno3 (Manuel Frara).
Il programma completo è disponibile sul sito http://www.artstays.si
Postproducrion, Festival Art STAYS, 2022
Direttori e curatori: Jernej Forbici e Marika Vicari
Weekend inaugurale: 7 luglio – 10 luglio 2022
Date: 7 luglio- 18 settembre 2022
Organizzatori del Festival: KUD Art Stays, Prešernova ulica 1, 2250 Ptuj, info@artstays.si
Info Point Festival: Galerija Art Stays, Slovenski trg 1, 2250 Ptuj.
Torna Performing PAC, il format dedicato ad un tema attuale nell’ambito degli studi delle arti visive contemporanee. Una piattaforma aperta al pubblico che per l’edizione Estate 2022 indagherà il rapporto tra arte contemporanea e natura, sviluppato attraverso opere video, materiali d’archivio, interventi di artisti, critici e curatori che esplorano l’interazione tra paesaggio e immagine nella pratica e nella ricerca artistica contemporanea.
Come per ogni appuntamento di PERFORMING PAC, il punto di partenza è una mostra realizzata in passato dal PAC e quindi il protagonista non poteva non essere l’icona della land art Richard Long con la mostra a lui dedicata nel 2004 Richard Long – Jivya Soma Mashe. Un incontro in India, a cura di Hervé Perdriolle. Un progetto inedito e singolare che affiancava all’arte del maestro inglese le opere di Soma Mashe, membro della tribù indiana Warli. Artisti differenti tra loro ma accomunati dal rispetto e dalla sensibilità estremi nei confronti del paesaggio e della natura.
Il titolo di quest’anno richiama un’intervista a Long del 1 luglio 2003 pubblicata sulla rivista “The Art Newspaper”. Alla domanda sul criterio di scelta delle mete delle sue leggendarie camminate, l’artista rispose: “l’amore per un determinato luogo”; ma, più precisamente, Take me to the place I love strizza l’occhio alle parole di Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers nel celebre brano Under the Bridge, dove il cantante chiede “di essere portato nel luogo che ama”, la Los Angeles dei suoi affetti, per superare uno dei periodi più bui della sua vita.
Gli artisti invitati al PAC – Dorothy Cross, Lara Almarcegui, Marta Dell’Angelo, Ettore Favini e Antonio Rovaldi, Flatform, Richard Long, Francesco Simeti, Melanie Smith, Ilaria Abbiento. Special events: Barbara and Ale, Michelangelo Frammartino – raccontano o ritraggono un luogo reale, metaforico, metafisico o immaginario tra fascinazioni, introspezioni e affondi critici, declinando in termini anche molto diversi la propria poetica, che riguarda temi come l’immersione nella natura, la memoria e le mitologie dei luoghi, il rapporto dell’uomo con l’ambiente, il clima e la politica.
PAC – Padiglione dell’Arte Contemporanea
via Palestro 14
Milano — 20121
ORARI
10—19:30
giovedì 10—22:30
Lunedì chiuso
Ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura
PERFORMING PAC. Take me to the place I love
Verrà presentato giovedì 16 giugno alle ore 18.30 alla Libreria Martincigh, Udine Ephemera, il primo festival italiano dedicato alla Cultura Immateriale ideato, curato e diretto da Eleonora Cedaro, Michela Lupieri e Rachele D’Osualdo.
Immaginato e progettato come un Festival per tutti, Ephemera accenderà i riflettori su alcuni luoghi simbolo del patrimonio naturale e artistico del FVG — Prato d’Arte Marzona, Vigne Museum, Palazzo Lantieri, Libreria Martincigh e Trieste Contemporanea — attraverso un calendario di eventi distribuiti da maggio a ottobre in cui si intrecciano diverse discipline.
Ephemera nasce dalla necessità di raccontare il contemporaneo.
In antitesi con le modalità virtuali di vivere la socialità sperimentate durante la pandemia, questo progetto propone forme d’arte che si attivano solo attraverso la fisicità e l’interazione con le persone.
Dopo la presentazione ufficiale, Ephemera entrerà nel vivo delle attività giovedì 16 giugno alle ore 18.30 alla Libreria Martincigh di Udine con la mostra Here, There & Everywhere di Riccardo Arena, Cristina Burelli, Michela Lupieri e con Corposa, video ideati dagli studenti del Laboratorio di Elementi Visivi del Progetto del Corso di Laurea in Design degli Interni del Politecnico di Milano coordinato dai proff. Francesca Telli, Massimiliano Maini e Piero Pozzi.
Sabato 18 giugno dalle 18 alle 21 il Prato d’Arte Marzona a Villa di Verzegnis, i danzatori di Arteffetto Danza, coordinati da Marta Melucci / Compagnia Schuko e accompagnati dal Coro Zahre di Sauris, proporranno una serie di performance in dialogo con le opere site specific di Sol LeWitt, Bruce Nauman, Richard Long, Dan Graham. La giornata si aprirà alle ore 9 con un Saluto al Sole per l’inizio dell’estate.
Martedì 21 giugno alle ore 20 il Vigne Museum a Rosazzo — progetto di Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavèle — ospiterà la sound performance del musicista e compositore statunitense Alvin Curran. Lo stesso giorno, Solstizio d’Estate e Giornata Mondiale della Musica e dello Yoga – patrimonio immateriale dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO – si terrà un laboratorio per celebrare la meditazione.
Sabato 25 giugno alle ore 21 al Palazzo Lantieri di Gorizia Fabio Accurso, Giorgio Pacorig e Veniero Rizzardi proporranno una sound performance per liuto, tastiere e live electronics nel Salone da Ballo del palazzo, sede dell’importante opera Skies di Michelangelo Pistoletto. Due momenti dedicati allo Yoga (ore 18.30) e al Movimento apriranno la serata.
Ephemera ritornerà venerdì 16 settembre alle ore 18.30 a Trieste Contemporanea con la mostra personale di Riccardo Arena curata da Michela Lupieri.
Bruce Nauman, Truncated Pyramid Room, Richard Long, Tagliamento River Stone Ring, Vincent Péraro, Casetta bianca (visione d’insieme), Prato d’Arte Marzona, Villa di Verzegnis. Crediti fotografici Caterina Erica Shanta
Ephemera è un progetto nato dall’incontro di tre professioniste della cultura – Eleonora Cedaro, Michela Lupieri e Rachele D’Osualdo, è prodotto dall’Associazione culturale ETRARTE, in collaborazione con PerForm ASD e gode del supporto di importanti partner: Altreforme, Associazione culturale Amariana, Associazione Culturale CLIC – psicologia e psicomotricità, Comunità di Montagna della Carnia – Rete CarniaMusei, Creaa Snc, ArteffettoDanza, Dramsam – Centro Giuliano di Musica Antica, Libreria Martincigh, Palazzo Lantieri, Teatro Miela Bonawentura, Trieste Contemporanea, Vigne Museum, Yemovement, Centro Noita Yoga e Coro Zahre di Sauris.
Ephemera è nato grazie al prestigioso sostegno di una rete di cultural mentors, rappresentative dei presidi culturali del territorio del Friuli Venezia Giulia e non solo: Monika Branicka, Cristina Burelli, Giuliana Carbi Jesurun, Elda e Giovanna Felluga, Carolina Lantieri-Piccolomini e Gaia Stock.
Il progetto è finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e sostenuto dalla Fondazione Friuli e dalla Fondazione Pietro Pittini, sponsor del programma laboratoriale.